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Messaggeria in lingua italianaLa ricerca dei minerali all'isola d'Elba si può fare?

18th Dec 2006 08:51 UTCDario Di Domenico

Con l'istituzione del parco dell'arcipelago toscano sembrerebbe impossibile ricercare minerali.Recentemente ho comprato un bel libro di Barsotti Gianfranco e Roberto Nannoni,geologo nonchè grande esperto della mineralogia toscana dal titolo"Rocce,minerali e miniere.Storia geologica dell'arcipelago toscano" un edizione di quest'anno molto bella nelle illustrazioni e nei testi.Mi é parso logico che vogliano,visto la notevole esposizione di minerali,di voler incrementare la ricerca e l'interesse;se no che senso avrebbe riproporre anche con nuove acquisizioni di nuovi minerali e itinerari l'arcipelago toscano? In anni passati il sottoscritto ha molto frequentato l'isola d'Elba alla ricerca soprattutto di silicati nel settore occidentale effettuando vari ritrovamenti di filoni pegmatitici nei primi anni 90 soprattutto nella zona dei Forcioni vicino S.Ilario, approfittando che quella zona fu' interessata da un grande incendio che oltre ai morti provocò la distruzione di molta macchia mediterranea,e dove in seguito verranno effettuati i ritrovamenti di stupende tormaline (Sarah Sudcowsky,Federico Pezzotta etc.)A che punto é la situazione di ricerca?

18th Dec 2006 11:20 UTCMatteo Chinellato Expert

mi sa che ci vogliono sempre i permessi, ma meglio sentire i più esperti tipo Sarh

18th Dec 2006 11:44 UTCMarco E. Ciriotti Manager

I ritrovamenti effettuati dal Dott. Federico Pezzotta e collaboratori sono avvenuti nell'ambito di ricerche commissionate dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano e hanno quindi prettamente carattere scientifico.

Tale tipo di ricerca è usualmente ammessa in tutte le zone soggette a vincoli di parco naturale.

18th Dec 2006 11:50 UTCGiorgio Bogni

E comunque mi sembra che l'area delle pegmatiti (S. Piero, S.Ilario) sia fuori dall'area del parco e quindi lì la ricerca non abbia bisogno di alcun permesso e sia libera. Per questa ragione quando andavo in vacanza all'Elba andavo a scavare proprio nella zona dei Forcioni, purtroppo non con egual fortuna (o perseveranza) di Sarah e Co.

18th Dec 2006 20:48 UTCSarah Sudcowsky Expert

Ringrazio innanzitutto per la considerazione nei miei riguardi :-) Fa sempre piacere..

Riguardo le ricerche: è vero che gran parte dell'isola d'Elba è stata definita "parco nazionale", con conseguente proibizione di scavo(a quanto ne so pene e sanzioni sono abbastanza importanti). E' pur vero anche che parte della zona "delle pegmatiti" non è interessata dal parco. Per conoscerne i confini consiglio di procurarsi una cartina dettagliata. La ricerca è comunque spesso interessata da severi controlli, a quanto ne so: sono per esempio vietati strumenti come perforatori nonchè materiale esplosivo etc. Confermo quanto detto da Marco Ciriotti: quando Federico usa tali strumenti e lavora per grossi scavi lo fa sempre previa permesso. ...Confermo e aggiungo che io stessa, comunque, spesso anche per via dei motivi precedentemente elencati, ho dovuto lavorare con costanza e "accanimento" per diversi anni, prima di fare un importante ritrovamento. Questo quanto ci concedono i mezzi a disposizione e, ahimè, il progressivo esaurimento dei giacimenti...Sogno sempre di costruire una macchina del tempo per esplorare l'Elba prima del compianto, infallibile, Gianluigi Celleri (per chi non lo conoscesse, il "cercatore elbano per eccellenza", che ha avuto la bravura e l'onore di scovare i migliori filoni elbani a fine '800...nonchè MITO della sottoscritta!!! )... :-)


Sarah

18th Dec 2006 20:59 UTCPaolo Malesci

La ricerca dei minerali all'Isola d'Elba è possibile nelle aree esterne al Parco (50% della superficie dell'Isola), fatto salvo il divieto di accesso da parte dei proprietari dei terreni.

Per l'area a Parco bisogna richiedere il permesso, che viene concesso solo per attività di ricerca scientifica con limitazione sulla quantità di campioni prelevati e l'obbligo di non alterare l'ambiente. Tale permesso è ovviamente salvo consenso all'accesso dagli aventi diritto; per le aree soggette a vincolo del Demanio Minerario è necessario anche il permesso di quest'ultimo, che è molto più difficile da avere.

L'area Forcioni mi sembra sia fuori dal Parco, così come altre zone di filoni pegmatitici.

18th Dec 2006 23:42 UTCFerdinando Giovine

Mi inserisco per fare una piccola riflessione. Tutto bello, tutto giusto, se non chè durante gli scavi ufficiali c'è chi ogni tanto, (in questo caso specifico non lo so, ma di altri casi ne ho prova) si porta parte del materiale a casa e poi lo rivende a caro prezzo alle mostre. Fatta questa premessa, ne consegue che è ignobile vietare la raccolta con mazzotta e scalpello a chi non ha abbastanza Santi in Paradiso.

Malgrado sia un vecchio ambientalista, trovo che, per piazzare in un posto con adeguato stipendio un po' di amici, si stia facendo scempio del concetto di Parco, ovvero proteggere una biodiversità poco o nulla alterata, per preservarla. Si è arrivati a fare area marina protetta Isola Bella a Taormina, dove ci sguazzano decine di migliaia di persone sopra e vi transitano cento motoscafi al giorno! Trovo stupido il divieto di raccolta di minerali al Vesuvio (notare che è un vulcano attivo, e, volendo, alla prossima eruzione può non restare più nulla da raccogliere) e poi, nelle ex cave che si sarebbero volute salvare, si fanno discariche per i comuni del vesuviano.

Il concetto di Parco minerario, se andate in Germania o in Inghilterra o anche in Sud Africa è completamente diverso: se vuoi raccogliere paghi, c'è un limite di peso, di numero di campioni e di attrezzi, e soprattutto ti controllano che lasci tutto in ordine, ripristinando e niente plastica o cartacce per terra. Persino in Svizzera, che nessuno si sognerebbe di definire Nazione non ambientalista, se vai sul Gottardo, paghi e scavi, basta che rimetti tutto in ordine...e ci sono decine di paesini che vivono di questo tipo di turismo.

Noi no! Noi ufficialmente siamo puri e rigidi (salvo chiudere tutti e due gli occhi, se lo chiede la persona giusta) e poi siamo agli ultimi posti in Europa sul riciclo, trasportiamo le merci su gomma invece che per mare o su rotaia, inquinando come, forse, solo gli Usa sanno fare ed abbiamo più case noi costruite sulle spiagge, cioè sul demanio e poi condonate, che qualunque altro paese dell'occidente.

Scusate lo sfogo, ma continuo a credere che la stupidità umana sia inferiore solo alla bontà divina!

19th Dec 2006 06:38 UTCMarco Barsanti Manager

Concordo in pieno, Ferdinando!

19th Dec 2006 06:45 UTCMarco Barsanti Manager

Da notizie ANSA del 18 Dicembre


Legambiente denuncia abuso via Internet


Una grotta e 5 chilometri di spiaggia di Capoliveri, situati all'interno del parco dell'Elba, sono stati messi in vendita su Internet.


Lo hanno denunciato gli 'internauti ambientali' di Legambiente, precisando che le aree poste in vendita appartengono al Comune di Lacona. 'La vendita delle spiagge e delle coste - sottolinea Legambiente - sembrava tramontata con la finanza creativa di Tremonti ma evidentemente a Lacona non se ne sono accorti'.


Distrattoni!!! Forse erano troppo attenti a controllare chi raccattava qualche sasso..

19th Dec 2006 08:00 UTCGiorgio Bogni

Concordo pienamente anche io con le riflessioni di Ferdinando, oltretutto nelle aree minerarie lo "scempio" già esisteva ci voleva tanto poco a prolungare la stagione turistica elbana con possibilità di scavo nelle ex miniere...invece pullulano spiagge e cantieri abbandonati con enormi cartelli "vieteta la raccolta di minerali", quelli si che sono belli a vedersi. Provo rimpianti quando leggo delle miniere dell'Arkansas o delle cave di Middleville (quelle dei "diamanti di Herkimer") dove lo sfruttamento di ciò che rimaneva delle attività minerarie è diventato turismo internazionale.

All'isola del Giglio a al Campese nel posto dove vi era la vecchia miniera c'è un "bellissimo" villaggio a schiera che deturpa e oscura completamente lo spettacolare costone roccioso che dominava il golfo...salvo poi arrestare coloro che vanno a scavare sotto la parete rocciosa di Punta di Pietralta!

Bah!

19th Dec 2006 09:06 UTCDario Di Domenico

Vedo con piacere che l'argomento ha suscitato un grande interesse ed é normale, in fondo a noi collezionisti dispiace che ci limitino la libertà con questi assurdi parchi; é anche vero che purtroppo molti "collezionisti" si siano arricchiti ma questo fà parte del gioco e non é per questo che gli altri "poverini" debbano rimetterci.E' strano ,ma forse é normale,come recentemente e proprio sfruttando i divieti di un parco,vengono pubblicati libri,monografie su riviste specializzate ect, sul ritrovamento di bei minerali che si rimani quasi increduli a che ci fossero da quelle parti.Che questi parchi abbiano se si vuol dire alimentato la conoscenza,la rivelazione dei luoghi di ricerca tanto c'é il parco, non si può fare arrangiatevi!Ma Signori miei non pensate che qui in Italia si stia diventando come la Grecia dove una legge dello stato considera i minerali tutelati come bene archeologico, non vi sembra di esagerare!

19th Dec 2006 10:48 UTCMarco E. Ciriotti Manager

Concordo pienamente con quanto espresso da Ferdinando, Giorgio e Dario.


Come AMI abbiamo inziato un percorso (vedasi discussioni sul forum AMI). Confesso che dai primi contatti avuti con Enti pubblici di tutte le tipologie esso si rivelo pieno di insidie e molto, molto complicato.


Riferirò più ampiamente sull'argomento, non appena ci saranno (oppure no) sviluppi concreti.

19th Dec 2006 14:12 UTCFerdinando Giovine

Cerco di riepilogare alcune cose per chi non conosce il problema.

Purtroppo devo andare a memoria perchè il Testo Unico sui Beni Culturali pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale alcuni anni fa (udite, udite tra Natale e Capodanno!) ce l'ho, ma non so dove l'ho messo.

L'attuale testo unico prevede che: sono patrimonio indisponibile dello Stato (cioè proprietà esclusiva dello Stato che non ne può disporre neanche la vendita) tutti gli oggetti archeologici a qualunque titolo raccolti in Italia e tutti i Fossili con le stesse prerogative. Sono altresì sotto vincolo tutti i pezzi archeologici ed i Fossili che provengano da località estere ove sia vietata la raccolta. Sono sotto vincolo dello Stato, che ne può imporre il sequestro, tutte le raccolte naturalistiche (insetti, conchiglie, minerali, ecc.) che abbiano interesse locale e/o scientifico (praticamente tutto!), i mobili, i libri, i quadri che abbiano più di cento anni, i manoscritti che abbiano più di 50 anni (mi raccomando per le lettere del nonno!), i carteggi di qualunque epoca (mi raccomando di non conservare le lettere della fidanzata!), le foto ed ogni altro tipo di supporto audiovisivo con più di 50 anni (di questo è vietata pure l'importazione da altri paesi a qualunque titolo) e così via.

Questo testo unico non fa che ribadire la famigerata legge del 1934 (spero che l'anno sia esatto, vado a memoria), promulgata da Mussolini, e che ribadiva, a sua volta un Regio Decreto di fine ottocento (post unità d'Italia), sempre con gli stessi divieti.

La volontà del Regio Decreto era di far diventare dello Stato, ovvero del Re, tutto il patrimonio scientifico-culturale italiano. I Savoia, è notorio, erano una casa regnante di poveracci, nel senso che, a parte qualche castello, non avevano un soldo. Come arredare i palazzi reali? Semplice! Facendo diventare tutto proprietà della Casa Regnante. Sono stati così depredati di mobili, quadri, libri, tutti i palazzi italiani. Non ricordo più quale Re si fece il giro di tutti i musei italiani raccogliendo monete greco-romane e facendone la più bella collezione al mondo, custodita gelosamente in Svizzera dagli attuali eredi che se la tramandano da padre in figlio.

Prima era tutto del Re, oggi è, virtualmente, tutto dello Stato.

Non si può ottenere nulla a valle (liberalizzazione delle raccolte) se prima non si risolve il problema a monte, ovvero, il vizio di fondo che comunque tu a casa non puoi avere una collezione di minerali. Questo è il vero nodo da sciogliere: smontare il Testo Unico. E' su questa cosa che si blocca qualunque discussione ai Piani Alti.

A questo si aggiunga una sorta di prepotenza illeggima delle Università che ritengono che solo loro, facendo ricerca scientifica (come se gli altri non la facessero!), possano raccogliere perchè danno delle garanzie. Poi le Università, soldi per la ricerca non ne hanno, ma il loro veto lobbistico sulla politica rimane.

Per esplicare questo concetto vi ricordo quanto accadde in Puglia alcuni anni fa. Cadde un meteorite. I meteoriti sono, per convenzione, Res Nullius, ovvero appartengono a chi li trova. Un'Università fece recintare dai Carabinieri un'enorme area per poter cercare, senza estranei impiccioni, e tranquillamente, il meteorite, facendo di fatto un palese abuso di potere a cui nessun magistrato diede seguito, malgrado le denunce.

Così è se vi pare, diceva Pirandello, che era uno che ne capiva!

19th Dec 2006 14:49 UTCMarco Barsanti Manager

Dopo un "re" discutibile, cosa di peggio se non il potere ai suoi ex servi?

19th Dec 2006 17:08 UTCFerdinando Giovine

Sul tema: la mamma dei cretini è sempre incinta!

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20060828165534032552.html

20th Dec 2006 15:29 UTCgianni

volevo semplicemnte precisare che, nel testo unico sui beni culturali, non mi risulta siano sotto vincolo o possibilità di sequestro da parte dello Stato le collezioni di minerali, diversamente da altri generi di beni

20th Dec 2006 18:48 UTCFerdinando Giovine

Sono indicate come raccolte naturalistiche, ma vado sempre a memoria.

Il sistema funziona così: vengono, fanno l'elenco, fotografano tutto, poi si può aggiungere, ma non togliere nessun pezzo che sia inserito nel loro elenco; non si può vendere nè in toto nè parzialmente la raccolta senza avvisare la Soprintendenza che può mettere il veto o chiedere, se pensa che lo farai di soppiatto, il sequestro conservativo, ovvero (caso limite, ma è successo) i sigilli alle porte delle stanze che contengono le raccolte.

In alternativa al divieto a vendere, qualora ci sia l'interesse, molto più spesso viene posto il vincolo di prelazione alla vendita: di fronte ad un'offerta di acquisto, lo Stato può dire: a quel prezzo l'acquisisco io, ma in questo caso ci rimetti sicuro le tasse, perchè, ovviamente, devi dichiarare l'entrata.

Comunque, il divieto a vendere, nasce dal presupposto che ciò che è tuo diventa dello Stato, che te lo lascia in custodia temporanea.

Se hai una bella e ricca collezione puoi sempre provare, a tuo rischio, di andare in Soprintendenza a domandare.

21st Dec 2006 07:32 UTCDario Di Domenico

Vedo con piacere che dall'argomento del forum si è passati alla fine ad analizzare il problema in modo più serio e grazie a Ferdinando Giovine,che mi sembra molto preparato sull'argomento,si delinea una realtà preoccupante.Personalmente confermo quanto scritto da Giovine e proprio perché possedendo una ricca collezione fatta a mie spese in anni di ricerca sul territorio laziale nonché in varie località italiane,mi é capitato, guarda caso,di farla vedere ad un amico ispettore della sovrintendenza il quale mi ha ribadito il concetto.A ciò si é aggiunto che il direttore del museo di Allumiere al quale curo la raccolta geomineralogica a titolo onorifico mi abbia quasi intimato la denuncia di quanto posseggo ma per fortuna ci siamo messi d'accordo amichevolmente.Tutto ciò,per me ha dell'incredibile perché travalica la libertà culturale di ogni individuo nonché la sua esistenza nel contesto delle cose,nei suoi rapporti con gli altri che hanno il suo stesso interesse;siamo per cosi dire,a questo punto ne più ne meno dei "tombaroli della mineralogia".Allora mi viene da pensare come la mettiamo con le mostre di minerali vero business della situazione?

21st Dec 2006 08:30 UTCFerdinando Giovine

Prima cosa inserisco il link che non è stato precedentemente caricato ed a cui si riferiva la mia battuta sulle mamme dei cretini; come si leggerà dalle dichiarazioni dell'esponente di Legambiente, c'è una sorta di odio verso i collezionisti di minerali, sino ad arrivare all'assurda affermazione che sono i collezionisti tra le principali cause dell'erosione costiera! L'affermazione si commenta da sola e da' una chiara dimostrazione dell'intelligenza e della conoscenza del problema erosione, da parte di chi l'ha fatta.

www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20060828165534032552.html

Ringrazio Dario su quanto ha scritto.

Io conosco il problema perchè sono sia tra coloro che collaborarono col compianto Andrea Travaglini in quella sua più che decennale battaglia, sia perchè collaboro con alcune Soprintendenze che mi chiamano in qualità di esperto a valutare il valore scientifico del materiale sequestrato (e posso garantire che i sequestri avvengono!), e quindi, conosco il problema da tutte e due i punti di vista.

Il mio pensiero completo l'ho espresso ufficialmente nel 2000 al I Workshop Nazionale sulla Tutela e Valorizzazione dei Siti Paleontologici a Vertebrati, organizzato dall'Università di Messina. Chi ha interesse lo può leggere lì.

21st Dec 2006 09:57 UTCgianni

Insisto, cortesemente, su quanto asserito nel messaggio precedente, disponibile, in ogni caso, a confrontarmi sulla base di argomentazioni più circostanziate.

Mi spiego meglio: l'unico riferimento, nel testo unico sui beni culturali, o meglio nel codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 (D. Lgs. 42), a beni riconducibili, in qualche misura, ai minerali riguarda i "siti minerari di interesse storico ed etnoantropologico".

Quanto detto dai Sigg.ri DiDomenico e Giovine è, invece, è assolutamente vero in relazione a collezioni paleontologiche, artistiche, numismatiche, storiche, ecc.

Nel testo normativo, per quanto ho potuto constatare, non vi è alcun riferimento o indicazione che possa ricondurre il concetto di bene culturale alle collezioni mineralogiche.

Non conosco eventuali, specifiche disposizioni regionali in materia, anche se mi paiono improbabili, considerata l'attribuzione delle competenze legislative ai vari livelli vigente.

Cordiali slauti ed auguri a tutti

21st Dec 2006 10:07 UTCFerdinando Giovine

Il testo a cui fa riferimento il sig. Gianni è quello sbagliato; detto testo del Governo Berlusconi mette mano ad alcune cose non toccate dal precedente, quali il paesaggio, e facendo delle ulteriori restrizioni (il riferimento ai "siti minerari" è corretto, in quanto rientranti nel nuovo concetto di paesaggi sensu latu) rimandando per il resto al precedente per le collezioni naturalitiche, che, NON ESSENDO STATO ABROGATO, è tuttora vigente.

Appena lo trovo, vi fornirò gli estremi.

21st Dec 2006 10:34 UTCgianni

sempre con beneficio d'inventario: l'art. 184 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 (codice di beni culturali e del paesaggio), abroga il D. Lgs. 490 del 29 ottobre 1999 (T.U. sui beni culturali ecc.).

Ciò detto la sostanza, solo per quel che riguarda i minerali e come asserito dal Sig. Giovine non cambia, dato che le nuove disposizioni ricalcano essenzialemte le precedenti.

Non mi risultano, comunque, riferimenti a "collezioni naturalistiche".

Nel caso mi sbagliassi,a fronte della citazione del testo normativo invocato, sarò prontissimo a rivedere quanto sostenuto.

Spero di no per quanto riguarda l'interesse di noi collezionisti di minerali, ma sarò comunque grato per aver chiarito meglio i termini legislativi in cui ci si deve, nel bene o nel male, muovere.

Di nuovo grazie

29th Dec 2006 20:31 UTCFerdinando Giovine

Non voglio convincere nessuno. Sta di fatto che il TU in uso nelle Soprintendenze è il primo, visto che nel secondo mancano alcune parti importanti (dimenticanze volute?)

8th Aug 2011 14:33 UTCAchille Sorlini

Buongiorno a tutti,

rispetto all'argomento e alla data dell''ultimo messaggio (2006), c'è stata qualche novità? Insomma se vado in giro con il mio zainetto e un martello da 1kg nel parco sono sempre un fuorilegge o c'è la possibilità, anche pagando un ticket, di raccogliere qualche campione? non sto pensando a ritrovamenti estetici, mi basta qualcosa con cui "giocare".

Nel 1998-1999, per lavoro all'Elba in inverno, avevo girato dappertutto senza problemi e qualche cosina l'avevo raccolta.

Grazie se qualcuno aggiorna la situazione.

8th Aug 2011 18:59 UTCRoberto Sbalchiero

Salve a tutti , visto che non l'avete messo vi allego il testo del famigerato decreto, così ognuno se lo può leggere e trarre le proprie conclusioni.

Inoltre visto che è la classica legge italiana è suscettibile di svariate interpretazioni (ovviamente a sfavore nostro).Concordo su quanto scritto da tutti relativamente alla ricerca nei parchi, ma se leggete bene non si potrebbe cercare quasi da nessuna parte(valli,monti etc..).Ovviamente vista com'è la legge e che nelle cave praticamente nessuno ti dà il permesso ufficiale per entrare(e fanno bene viste le leggi sulla sicurezza) siamo un pò tutti fuorilegge.Così si ottiene il contrario di quello voluto e se lasciamo a cercare le università stiamo freschi.

9th Aug 2011 00:35 UTCRiccardo Cracas

Scusate la mia intromissione.

Qualche anno fa, e precisamente nella rivista mineralogica italiana nr 3-2007, nell'esaustivo articolo "lo scavo per pirite" al cantiere di Valle Giove a Rio Marina nel 2006, vidi delle fotografie riguardanti uno scavo effettuato con un escavatore e trincee di scavo alte parecchi metri. Si scrisse che tale lavoro (scempio a mio modesto parere, ma ognuno la pensi come vuole) era finalizzato all'autofinanziamento del parco minerario stesso. Nell'articolo lessi anche che gli autori avevano trovato cristalli di pirite ben conservati ad una profondità di "appena" 2-3 metri. Alla luce di quanto, e premettendo che non sono a conoscenza se ancora si paga un biglietto per arrivare al cantiere con il trenino e sguazzare nella discarica che gli autori hanno giustamente e naturalmente definito come interessato ormai da alterazione superificiale tale da rendere vana la ricerca di cristalli apprezzabili se non oltre i 2-3 metri di profondità, mi chiedo: 1) Quell'enorme cratere di una decina di metri di diametro e circa quattro di profondità, a fine lavori, è stato riempito con lo sterile per ripristinare lo stato dei luoghi? perchè nell'articolo, a mia memoria non era specificato (mea culpa se sbaglio però); 2) Si giustificava tale operazione, olttre che rivolta all'autofinanziamento all'ente parco minerario, anche per rinvigorire di esemplari esteticamente e scientificamente validi i vari musei italiani. Ma non posseggono già cristalli di pirite pentagonododecaedrica associati ad Ematite? qualcuno mi elenchi un museo che non ha pirite elbana perchè mi suicido!!!!!); 3) Io sono un collezionista di minerali che ha sempre rispettato, rispetta e rispetterà la natura ed il paesaggio e che ha sempre usato e sempre userà scalpello e martello E BASTA!!! e moltissime volte mi è capitato di essere trattato come un criminale perchè spaccavo qualche sasso. Quale danno irreparabile arrecavo col mio comportamento all'ambiente? 4) Se gli autori come hanno specificato e confermato dopo gli scvai che cristalli definibili tali di Pirite si trovano solo ad una profondità non meno di 2-3 mt, se l'ente parco ancora fa pagare il biglietto per girovagare tra le discariche a cercare cosa, polvere e basta, allora mi chiedo se far pagare un biglietto sia un comportamento eticamente accettabile verso magari quei bambini che si affacciano alla mineralogia e sono magari convinti di trovare dei bei cristalli di pirite, od anche verso il semplice appassionato che crede di andare a trovare qualcosa!!!!!. Non lo trovo corretto proprio per niente. Va bene che gli Enti Parchi sono lasciati a morire finanziariamente dallo Stato, ma se fosse così sarebbe come ingannare centinaia di turisti!!! Concludo il mio sfogo dicendo che, in qualsiasi punto del mio sfogo, chiunque riscontri inesattezze o cose non reali sappia che è solamente frutto magari di una mia erronea interpretazione peraltro non volontaria o premeditata, ma solamente dettata da possibile ignoranza intesa come non conoscenza. Una cosa perà è certa. Sono stanco di esercitare la mia innata passione per la ricerca dei minerali, ma ogni volta avere il timore di essere multato o peggio denunciato in stato di libertà!!!! Secondo me autorizzare scavi del genere per estrarre campioni di Pirite ed Ematite che sicuramente tutti i musei hanno già non ha senso. Avrebbe un senso se lo si facesse per autofinanziare l'ente Parco, ma allora, a mio parere, che non si faccia pagare più i turisti per raccogliere "la polvere" o non li si faccia proprio raccogliere più nulla, ma magari solamente entrare e visitare le trincee di scavo.

Riccardo

9th Aug 2011 01:01 UTCRiccardo Cracas

Mi scusi signor Ferdinando, ma il meteorite di cui parla forse è quello di Fermo in provincia di Ascoli Piceno caduto a settembre del 1996? Non mi ricordo di meteoritri caduti in Puglia. In caso contrario, sarei lieto se lei mi potesse dire qualcosa in merito. Sono un collezionista anche di meteoriti oltre che di minerali.

La ringrazio anticipatamente.

Riccardo

9th Aug 2011 07:21 UTCMatteo Chinellato Expert

In puglia non è caduta nessuna meteorite o recuperata, almeno da quel che risulta dal Met.Society.

9th Aug 2011 10:48 UTCRiccardo Modanesi

Ciao a tutti!!! Beh, è logico che se a cercare minerali si va con i martelli pneumatici e gli esplosivi, dopo un po' la gente del posto (e di conseguenza le istituzioni) si incazza e vieta tutto (come hanno fatto in Val d'Aosta), ma se si ha un minimo di buon senso (sia da parte nostra che da parte loro), non è che ti frughino nelle tasche per vedere se hai raccolto da terra un sassolino non più grande dell'unghia del tuo mignolo! Non siamo ancora a questo punto, non facevano così neanche in URSS! E vi dirò di più: non fanno così neanche in Sri Lanka e in Thailandia, che sono Paesi produttori di gemme! Certo: ci devono essere dei limiti, questo sì.

Un salutone da Riccardo.
 
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